LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Cesare
De bello civili I,85
 
originale
 
[85] Ad ea Caesar respondit: nulli omnium has partes vel querimoniae vel miserationis minus convenisse. Reliquos enim omnes officium suum praestitisse: se, qui etiam bona condicione, et loco et tempore aequo, confligere noluerit, ut quam integerrima essent ad pacem omnia; exercitum suum, qui iniuria etiam accepta suisque interfectis, quos in sua potestate habuerit, conservarit et texerit; illius denique exercitus milites, qui per se de concilianda pace egerint; qua in re omnium suorum vitae consulendum putarint. Sic omnium ordinum partes in misericordia constitisse: ipsos duces a pace abhorruisse; eos neque colloquii neque indutiarum iura servasse et homines imperitos et per colloquium deceptos crudelissime interfecisse. Accidisse igitur his, quod plerumque hominum nimia pertinacia atque arrogantia accidere soleat, uti eo recurrant et id cupidissime petant, quod paulo ante contempserint. Neque nunc se illorum humilitate neque aliqua temporis opportunitate postulare, quibus rebus opes augeantur suae; sed eos exercitus, quos contra se multos iam annos aluerint, velle dimitti. Neque enim sex legiones alia de causa missas in Hispaniam septimamque ibi conscriptam neque tot tantasque classes paratas neque submissos duces rei militaris peritos. Nihil horum ad pacandas Hispanias, nihil ad usum provinciae provisum, quae propter diuturnitatem pacis nullum auxilium desiderarit. Omnia haec iam pridem contra se parari; in se novi generis imperia constitui, ut idem ad portas urbanis praesideat rebus et duas bellicosissimas provincias absens tot annis obtineat; in se iura magistratuum commutari, ne ex praetura et consulatu, ut semper, sed per paucos probati et electi in provincias mittantur; in se etiam aetatis excusationem nihil valere, cum superioribus bellis probati ad obtinendos exercitus evocentur; in se uno non servari, quod sit omnibus datum semper imperatoribus, ut rebus feliciter gestis aut cum honore aliquo aut certe sine ignominia domum revertantur exercitumque dimittant. Quae tamen omnia et se tulisse patienter et esse laturum; neque nunc id agere, ut ab illis abductum exercitum teneat ipse, quod tamen sibi difficile non sit, sed ne illi habeant, quo contra se uti possint. Proinde, ut esset dictum, provinciis excederent exercitumque dimitterent; si id sit factum, se nociturum nemini. Hanc unam atque extremam esse pacis condicionem.
 
traduzione
 
A tali parole Cesare risponde: a nessuno meno che ad Afranio conviene il ruolo di chi si lamenta e cerca compassione. Tutti gli altri infatti avevano fatto il loro dovere: lui, Cesare, che non aveva voluto venire alle armi anche in condizioni favorevoli, in un luogo e in un momento conveniente, affinch? persistessero al massimo tutte le opportunit? di pace; il suo esercito, che nonostante le ingiurie ricevute e le uccisioni dei compagni, aveva salvato e protetto i soldati nemici in propria mano; e infine i soldati dell'esercito nemico, che di propria iniziativa avevano agito per trattative di pace e in tal modo avevano pensato di provvedere alla salvezza di tutti i loro compagni. Cos? ognuno, coerentemente, secondo il grado, aveva agito in base a un sentimento di piet?. Sono stati i capi a essere contrari alla pace: essi non hanno mantenuto fede al diritto di colloquio e di tregua e hanno ucciso con grande crudelt? uomini senza difese e tratti in inganno col pretesto del colloquio. Era pertanto accaduto a loro ci? che suole accadere per lo pi? a uomini troppo ostinati ed arroganti, cio? di ricorrere, desiderandolo ardentemente, a ci? che poco prima avevano disprezzato. Ora egli non chiede, approfittando della loro sottomissione e del favore della circostanza, di che accrescere le sue forze; ma pretende che siano congedati quegli eserciti mantenuti ormai per troppi anni contro di lui. N? infatti per altro motivo sono state mandate in Spagna sei legioni e qui ne ? stata arruolata una settima, e tante e cos? grandi flotte sono state apprestate e sono stati di nascosto mandati comandanti esperti di guerra. Nessuno di tali provvedimenti era stato preso per la pacificazione delle Spagne e per l'utilit? della provincia che durante il periodo di pace non aveva avuto bisogno di nessun aiuto. Gi? da tempo tutti i provvedimenti erano rivolti contro di lui, contro di lui si istituivano comandi di nuovo genere cos? che una medesima persona, standosene alle porte di Roma, presiedeva le questioni della citt? e, pure assente, teneva per tanti anni due bellicosissime province; contro di lui venivano mutate le leggi sul conferimento delle magistrature per essere mandati nelle province non dopo la pretura e il consolato, come nel passato, ma attraverso l'elezione e l'approvazione di pochi; contro di lui non valeva pi? la giustificazione dell'et? poich? venivano chiamate al comando degli eserciti persone segnalatesi in precedenti guerre; contro di lui solo non si manteneva ci? che era sempre stato concesso a tutti i generali, di tornare in patria, dopo avere compiuto campagne fortunate, o con qualche onore o certamente senza ignominia e di congedare l'esercito. Tuttavia egli ha sopportato con pazienza e sopporter? ancora tutto ci?; e ora vuole non tenersi l'esercito a loro sottratto, cosa che tuttavia non sarebbe per lui difficile, ma che non rimanga a loro per potersene servire contro di lui. Dunque, come ? stato detto, ordina di uscire dalle province e di congedare l'esercito; se ci? viene fatto, egli non ha intenzione di nuocere a nessuno. Questa ? l'unica e l'ultima condizione di pace.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons